La divinazione è la capacità di una persona di leggere ed indovinare il futuro, dunque un’abilità di chi può prevedere eventi che devono ancora avvenire. Per far ciò si ricorre a diversi metodi di divinazione, ma i più famosi sono sicuramente la chiaroveggenza ed i tarocchi. Vediamo in dettaglio cosa sono e perché sono così importanti.
La chiaroveggenza
La chiaroveggenza è la facoltà di comprendere chiaramente il paranormale quando si riesce a percepire ciò che di solito non è percepibile dai sensi, soprattutto nell’indovinare eventi futuri o remoti. Insieme alla chiaroveggenza , essa rientra nel campo delle arti divinatorie ed è uno degli oggetti di studio della parasicologia.
I tarocchi
Il tarocco è un altro importante modo di predire il futuro. Esso si basa sull’interpretazione delle carte che soltanto un bravo cartomante è in grado di dare. Una volta effettuata la lettura, un cartomante esperto è in grado di interpretarne il significato in relazione al passato, presente e futuro di una certa persona. Proprio perché l’esattezza della lettura dipende dall’esperienza del veggente che la effettua, è importante rivolgersi ad un servizio di cartomanzia seria e professionale.
L’origine dei tarocchi
La vera origine dei tarocchi è sconosciuta, e ci sono prove della sua esistenza sin dal XIV secolo . Con ogni probabilità, mercanti o zingari introdussero i tarocchi dall’Oriente in Europa . Poiché ai musulmani è vietato dipingere la figura umana, è certo che i tarocchi non hanno quell’origine. Il mazzo arabo non ha invece figure, ma solo carte numerate. Nel mazzo Visconti-Sforza , il tarocco più antico che si conserva, ci sono solo due carte con personaggi che non sono un ritratto di famiglia, cioè l’Eremita e la Morte, e sono anche le uniche che riflettono la loro origine orientale.
Probabilmente ci si è adattati alle scene originali tratte dal cattolicesimo, dalla Bibbia e dalla mitologia greca , più vicine alla cultura delle persone di quel tempo. Oggi questa tecnica continua ad esistere gli illustratori moderni hanno cambiato la scena, ma non il tema centrale delle carte.
È stata anche cambiata la numerazione indiana (o araba) delle carte in numeri romani , più comuni a quei tempi, con un’eccezione: nei numeri romani non c’è lo zero e il Matto non ha un numero.
Infine, non è noto se all’inizio il tarocco fosse inteso soltanto come un unico mazzo o come un’unione di due diversi, uno formato dagli Arcani Maggiori e un altro simile al mazzo spagnolo . Personalmente riteniamo probabile questa seconda possibilità, ma nei tarocchi più antichi entrambi i gruppi di Arcani compaiono già formando un unico gioco.