Il 1985 è stato un anno memorabile per la musica pop, culminato nella creazione di “We Are The World,” una traccia iconica nata dall’unione di alcuni dei più grandi artisti dell’epoca per sostenere le vittime della carestia in Etiopia. Questo brano, scritto da Michael Jackson e Lionel Richie, è diventato un inno di solidarietà e beneficenza, ma la sua realizzazione è stata segnata da una notevole assenza: quella di Prince.
IL RIFIUTO DI PRINCE: UNA DECISIONE ECCENTRICA
Il rifiuto di Prince di partecipare a “We Are The World” ha sollevato interrogativi e alimentato speculazioni sul motivo dietro questa decisione. Contrariamente alle aspettative, non è stata una questione etica o personale, ma piuttosto una manifestazione della sua personalità eccentrica e delle sue preferenze musicali.
Wendy Melvoin, membro dei Revolution insieme a Prince, ha rivelato nel libro “Let’s Go Crazy” che Prince non solo non amava la canzone, ma la detestava apertamente. Le sue dichiarazioni esplicite suggerivano che riteneva “We Are The World” avrebbe ridimensionato il suo ruolo di cantante e che non avesse intenzione di condividere il microfono con altri artisti. Lionel Richie, coinvolto nel progetto, ha raccontato i suoi tentativi infruttuosi di convincere Prince a partecipare, sottolineando che l’artista semplicemente non voleva condividere la scena.
IL RIFIUTO DI QUINCY JONES E IL SUCCESSO DI “WE ARE THE WORLD”
La situazione si intensificò quando Prince propose un compromesso: avrebbe suonato la chitarra sulla traccia. Tuttavia, Quincy Jones, il produttore del brano, respinse freddamente questa proposta, dimostrando la sua delusione nei confronti dell’atteggiamento di Prince.
Il brano, nonostante l’assenza di Prince, riuscì comunque a raggiungere un notevole successo, raccolgendo oltre 60 milioni di dollari per la beneficenza. Gli Huey Lewis & The News presero il posto di Prince nelle parti vocali assegnategli, dimostrando che la forza collettiva degli artisti coinvolti prevalse sulla mancanza di uno dei loro più grandi talenti.
Tuttavia, il rifiuto di Prince di partecipare a “We Are The World” rifletteva la sua determinazione a fare le cose a modo suo, anche quando si trattava di iniziative benefiche di portata mondiale. La sua personalità indipendente e la sua visione unica della musica si scontrarono con la natura collettiva dell’opera, aggiungendo una nota di controversia a un progetto altrimenti altruista.
LA COMPLESSA RELAZIONE TRA MICHAEL JACKSON E PRINCE
Ma questa è solo una parte della complessa relazione tra Michael Jackson e Prince negli anni ’80. La rivalità tra i due artisti, spesso alimentata da episodi imbarazzanti e scontri pubblici, contrastava con momenti di rispetto reciproco, come svelato nel racconto postumo di Prince dopo la morte di Michael Jackson.
Gli anni ’80 furono un’epoca d’oro per la musica pop, e Michael Jackson e Prince dominavano la scena con stili unici e personalità affascinanti. La costante comparazione tra di loro alimentava voci di rivalità tra le due leggende della musica pop. La gente si chiedeva spesso: “Chi preferisci, Michael Jackson o Prince?” Questa domanda apparentemente innocua ha contribuito a alimentare le voci di una rivalità.
TENTATIVO ULTERIORE DI COLLABORAZIONE
Il tentativo di collaborazione tra i due artisti si è verificato nel 1986, quando Michael Jackson stava lavorando a “Bad” insieme al produttore Quincy Jones. Invitarono Prince a casa di Jackson per discutere della possibilità di una collaborazione nella traccia principale dell’album. Tuttavia, l’incontro si rivelò tutto tranne che armonioso. Quincy Jones ha raccontato che Prince, fin dall’inizio, prese in giro Jackson con un regalo strano, etichettato come “Camille.” Questo evento, insieme ad altri dettagli, suggerisce una tensione palpabile tra i due.
Durante la stessa visita, si tenne una riunione in cui Michael Jackson, Prince e Quincy Jones discussero della possibile collaborazione. L’atmosfera era così tesa che un osservatore anonimo descrisse la situazione come un “fascinoso stallo tra due potenti uomini.”
La rivalità raggiunse un nuovo livello quando Prince rifiutò di cantare su “Bad” e, non solo questo, rifiutò anche di apparire nel video. La sua motivazione, secondo le sue parole, era la frase iniziale della canzone: “Your butt is mine.” Prince sostenne che ciò avrebbe creato problemi e decise di non essere coinvolto.
Un episodio noto riguarda la performance di James Brown nel 1983, dove entrambi Michael Jackson e Prince erano presenti. Jackson salì sul palco dopo la performance di Brown e poi suggerì a Brown di chiamare Prince. Ciò portò a un momento imbarazzante in cui Prince tentò di oscillare su un lampione, solo per rendersi conto che era solo un elemento scenico e finì per cadere. Quincy Jones ha affermato che Prince era così infuriato da minacciare fisicamente Michael Jackson dopo lo spettacolo.
RIVALITÀ E RISPETTO TRA MICHAEL JACKSON E PRINCE
Tuttavia, nonostante tutti questi episodi, emerge un lato inaspettato della loro relazione dopo la morte di Michael Jackson. Il racconto di Tavis Smiley, autore di “Before You Judge Me: The Triumph and Tragedy of Michael Jackson’s Last Days,” svela un lato più umano di Prince. Dopo la notizia della morte di Jackson, Prince fu descritto come devastato. Smiley riferì di un incontro in cui Prince trascorse ore a parlare del rispetto per il genio artistico di Jackson, svelando un momento toccante di comprensione tra due giganti della musica pop.
Nonostante le registrazioni di Michael Jackson che definivano Prince “nasty” e “rude,” e le loro controversie pubbliche, Prince negò sempre l’esistenza di una vera rivalità. In un’intervista con Chris Rock nel 1997, Prince dichiarò che non c’era mai stata una rivalità tra loro.
UNA DANZA COMPLICATA DI RIVALITÀ E COMPRENSIONE UMANA
In conclusione, “We Are The World” non è solo un inno di beneficenza, ma anche il palcoscenico di una delle saghe più intriganti della musica pop, in cui le personalità uniche di Michael Jackson e Prince si sono intrecciate in una danza complicata di rivalità e, inaspettatamente, di umana comprensione. La loro storia rimane un affascinante capitolo nella ricca storia della musica pop degli anni ’80.