In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro ha sottolineato l’importanza delle multiutility non solo nel contribuire all’economia nazionale e a provvedere a servizi essenziali come acqua ed energia, ma anche nel promuovere l’adozione di pratiche sostenibili.
Luca Dal Fabbro: “Vi spiego il valore strategico delle multiutility”
Le multiutility hanno subito una profonda trasformazione nel corso degli anni, diventando tra i motori trainanti dell’economia del Paese attraverso la gestione di servizi strategici ed essenziali: lo ha affermato Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren, sottolineando come, in questo contesto, le logiche ESG si siano ulteriormente affinate, fino a diventare strumenti strategici per la crescita economica. Iren, ad esempio, ha pianificato circa 10 miliardi di euro in investimenti al 2030, di cui oltre l’80% sono destinati a progetti sostenibili. Tra questi, la tutela della risorsa idrica, l’economia circolare, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica. La gestione della supply chain rappresenta una sfida cruciale, che Iren sta affrontando anche coinvolgendo aziende partner, PMI e realtà artigiane nell’adozione di pratiche sostenibili, generando valore sia per se stesse, che per il cliente finale.
L’importanza della valutazione oggettiva degli aspetti ESG: l’analisi di Luca Dal Fabbro
Luca Dal Fabbro ha anche evidenziato l’importanza di raggiungere una forma di misurazione degli aspetti ESG il più possibile scientifica e affidabile. Questi aspetti sono fondamentali per due motivi: da un lato, adottando dei criteri oggettivi è possibile evitare di farsi ammaliare dal greenwashing, ossia dalle pratiche adottate dalle aziende al fine di dare una impressione di impegno sostenibile, ma che in realtà hanno ben poca sostanza. In secondo luogo, disporre di un metodo di valutazione standardizzato permetterebbe anche alle società di valutare l’efficacia delle proprie strategie di sostenibilità. L’intelligenza artificiale, secondo Luca Dal Fabbro, potrebbe sostenere notevolmente questo processo e giocare, in generale, un ruolo di primo piano nella transizione energetica: “Recenti ricerche dicono che la sola applicazione dell’intelligenza artificiale migliorerà del 15% l’efficientamento energetico nei prossimi 3-5 anni e potrà avere un contributo fino al 45% nel raggiungimento dei target di riduzione delle emissioni stabiliti nell’Accordo di Parigi”. Fondamentale, in ogni caso, mantenere sempre un atteggiamento critico, rimanendo consci dei limiti e dei rischi associati all’utilizzo dell’IA.