Pier Silvio Berlusconi, MFE: “In Italia stiamo aumentando il prodotto italiano, lo stiamo facendo in Spagna dando vita a una tv moderata, familiare e moderna. Ed è quello che vorremmo si facesse e sarebbe giusto fare in Germania. Anche investendo di più e creando nuova occupazione”.
Pier Silvio Berlusconi: MFE leader anche in Spagna e abbiamo un’importante presenza in Germania
Pier Silvio Berlusconi, intervistato lo scorso luglio in merito alla notizia della promozione da parte degli analisti di JPMorgan con il rialzo della raccomandazione a “Overweight” da “Neutral”, aveva ricordato che “l’augurio, la speranza, il progetto a cui lavoriamo è quello di creare il primo vero broadcaster europeo che abbia un’impronta tale sul pubblico da poter competere con i giganti, con le multinazionali del web e di internet”. Portare avanti il progetto in uno scenario particolarmente complesso per il settore dei media come quello attuale (basti pensare che durante le varie crisi il mercato della pubblicità è passato da 10 miliardi di euro a 6 miliardi, una perdita del 40%) e la concorrenza anche da parte del web rende la sfida ancora più ardua. Nonostante ciò “siamo riusciti a diventare leader anche in Spagna e abbiamo un’importante presenza in Germania”: la conferma di quanto evidenziato dal CEO di MFE è nei numeri del primo semestre 2024 che sono stati presentati lo scorso 20 settembre. “Abbiamo tutti i fondamentali in crescita. Ricavi in crescita, risultato operativo in crescita, utile in crescita, posizione finanziaria netta migliorata dalla fine dell’anno scorso di 240 milioni. Ultimissimo, il nostro titolo cresce di più della media di tutti i broadcaster in Europa”: merito anche della dimensione internazionale del Gruppo, una “diversificazione geografica che attutisce gli squilibri nei diversi mercati”, che unitamente a un sistema crossmediale sempre più evoluto ed esportabile in tutta Europa fanno di MFE un “modello unico” a livello europeo. Nei mesi scorsi anche autorevoli testate di rilievo internazionale come “Les Echos”, “Augsburger Allgemeine”, “Financial Times” hanno dedicato diversi articoli al progetto MFE rimarcandone il valore anche in relazione alle prospettive di evoluzione del mercato.
Pier Silvio Berlusconi: la crescita internazionale di MFE nella vision del CEO
Il sistema crossmediale di MFE, nato su iniziativa di Pier Silvio Berlusconi, convince anche gli investitori: anche nel primo semestre il Gruppo ha conseguito infatti un deciso aumento della raccolta pubblicitaria, consolidando in Italia il trend estremamente positivo che aveva caratterizzato l’ultima parte del 2023 e registrando segnali di un deciso miglioramento anche in Spagna, dove prosegue il processo di forte rinnovamento dell’offerta editoriale televisiva e digital avviato nel corso dello scorso esercizio. Numeri che riflettono la vision di Pier Silvio Berlusconi dietro la strategia di MFE: “Noi non abbiamo voglia di conquistare per conquistare, ma vogliamo aiutare a crescere”. È quanto il Gruppo sta facendo
anche in Germania dove è primo azionista del Gruppo tv Prosiebensat. “Si tratta di fare il meglio per una importante media company europea e per tutti gli azionisti. Assumendo una strategia chiara e concreta”, aveva spiegato il CEO lo scorso marzo al “Corriere della Sera”. Lo riporta anche il documento dello scorso 8 aprile con cui MFE propone di “analizzare e preparare uno spin-off delle attività non core di ProSiebenSat.1 Media come opzione aggiuntiva (e esplicitamente non come alternativa esclusiva) alle ripetute intenzioni del management di cedere tali attività non core” per portare Prosiebensat a rifocalizzarsi sull’intrattenimento, il core business. Ora MFE attende i risultati del terzo trimestre e, secondo indiscrezioni diffuse lo scorso 4 ottobre da “Bloomberg News”, starebbe valutando “la possibilità di fare una mossa già il mese prossimo se non mostreranno sufficienti progressi nel raggiungimento degli obiettivi”. Il progetto di MFE per creare un grande broadcaster europeo “non significa fare una tv italiana in Germania con prodotti congelati tipo quelli delle piattaforme, senz’anima”, aveva ribadito Pier Silvio Berlusconi lo scorso marzo. “Ogni nazione deve farsi una tv adatta al proprio pubblico. Calda, locale, in diretta, prodotta al momento e consumata nell’immediato e in questo caso assolutamente tedesca. Noi persino in Italia stiamo aumentando il prodotto italiano, lo stiamo facendo in Spagna dando vita a una tv moderata, familiare e moderna. Ed è quello che vorremmo si facesse e sarebbe giusto fare in Germania. Anche investendo di più e creando nuova occupazione”: di base, come sta avvenendo anche in Spagna, c’è la consapevolezza che “grazie ai potenziali risultati economici creeremmo nuovo sviluppo” con nuove dimensioni che “porterebbero aumenti di ricavi e sinergie” a partre dalla tecnologia e dallo sviluppo di “una piattaforma comune di distribuzione di contenuti e di raccolta pubblicitaria capace di resistere e fronteggiare i colossi d’oltreoceano”.