Susanna Esposito, Direttrice della Clinica pediatrica e ordinaria di pediatria dell’Università di Parma, ha espresso le sue preoccupazioni riguardo la pertosse, che può generare complicazioni soprattutto nei bambini dei primi anni di vita. Migliora il numero di vaccinati tra i più piccoli, ma sono pochi gli adolescenti e gli adulti adeguatamente protetti.
Susanna Esposito: prevenzione per la pertosse
Nel 2024, la pertosse ha fatto segnare dei casi in aumento soprattutto nella fascia di età sotto i cinque anni e nei neonati. Nello scorso anno, sono stati 110 i contagiati e 15 i ricoverati in terapia intensiva solo da gennaio a maggio, mentre ammontano a tre i deceduti. “Se la pertosse non viene riconosciuta e stroncata sul nascere, oltre al rischio di trasmetterla nella comunità, si può andare incontro a complicanze”, ha rimarcato Susanna Esposito, Direttrice della Clinica pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, ordinaria dell’Università di Parma e Responsabile del Tavolo tecnico malattie infettive e vaccinazioni della Società italiana di pediatria. La malattia si diffonde attraverso il batterio Bordetella pertussis, che va a colpire, insieme ad altre malattie comuni, i più piccoli. La pertosse si diffonde nei soggetti non ancora vaccinati o che non hanno ricevuto dosi di richiamo e può causare complicazioni nei bambini dei primi anni di vita.
Susanna Esposito: le complicazioni della pertosse
Inizialmente, la pertosse si manifesta con una tosse persistente e i sintomi possono essere simili a quelli dell’influenza. Successivamente, la tosse può causare difficoltà respiratorie: “È la fase convulsiva o parossistica, che può durare più di due mesi in assenza di trattamento. In seguito a parossismi, si possono verificare anche casi di apnea, cianosi e vomito”, ha dichiarato l’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Nei bambini le complicazioni possono manifestarsi con bronchiti, polmoniti e otiti, soltanto raramente unite a problematiche neurologiche. “Le complicanze più comuni sono emorragie sottocongiuntivali legate ai continui colpi di tosse — ha continuato Susanna Esposito — polmonite, problematiche neurologiche, come convulsioni ed encefaliti, e difficoltà respiratorie che possono portare al decesso nei casi estremi, soprattutto nei bimbi più piccoli”. Il vaccino è l’unico modo per evitare il contagio: è importante che lo facciano donne incinte e bambini, ma è raccomandato ogni 10 anni per tutta la vita anche ad adolescenti e adulti.