Il grande reset è ormai una realtà già in corso anche se alcuni ancora si ostinano a pensare che quello che è accaduto nell’ultimo periodo sia solo un concatenarsi casuale di eventi negativi.
In realtà che ci sia la volontà di cambiare il sistema è una cosa più volte affermata da vari personaggi che rappresentano realtà tra le più potenti ed influenti al mondo.
Tale cambiamento secondo la narrativa ufficiale di chi suggerisce la necessità di un grande reset deve imporre regole ambientali molto stringenti che di per se comportamento cambiamenti economici, produttivi e sociali epocali.
Questa volontà se portata a termine provocherà cambiamenti strutturali alla stessa economia che si baserà su concetti che non terranno in considerazione solo la convenienza ma anche altri fattori ad oggi ignorati dal sistema attuale.
Attualmente è ancora presto per prevedere se e quanto del grande reset sarà portato a termine ma sicuramente conviene prendere qualche precauzione per proteggere il valore di un eventuale patrimonio.
Mettere in sicurezza il valore di un patrimonio di fronte ad un qualcosa di non ben definito è un’impresa alquanto ardua in quanto ogni mossa fatta potrebbe essere sbagliata.
In questi casi la strategia da adottare è quella di rischiare il meno possibile, per questo motivo una delle scelte più diffuse attualmente da chi possiede denaro o beni di altra natura è quella di creare un riserva di valore in oro.
L’oro è il bene rifugio per eccellenza su cui puntano da secoli gli stessi stati sovrani che detengono ingenti riserve auree, un metodo valido anche per i singoli in quanto oltre a mantenere il valore questo metallo prezioso è anche facilmente monetizzabile presso attività come questo compro oro Firenze.
Al di là del fatto di proteggere il valore di un capitale o di altri beni proviamo anche ad analizzare quali potrebbero essere i settori maggiormente a rischio se il grande reset ambientale ed economico fosse realmente portato a compimento.
Da un punto di vista etico si potrebbe pensare che i settori maggiormente a rischio potrebbero essere quelli meno essenziali in quanto trattasi di ambiti che portano un valore aggiunto non essenziale.
In realtà il ragionamento deve concentrarsi sul fatto che il cambiamento verso un mondo più sostenibile non si poggia su una reale comprensione del problema ambientale.
Il grande reset e la volontà di cambiamento verso un mondo più green vertono piuttosto sulla messa al bando di determinate fonti di energia ed in particolare quelle provenienti dal carbon fossile.
Una soluzione pensata senza prendere realmente in esame le conseguenze negative, anche ambientali, che l’utilizzo di altre fonti di energia alternative potrebbero provocare.
Essendo la messa al bando delle fonti di energia di origine fossile uno degli obbiettivi dichiarati da chi vuole imporre il grande reset non è difficile comprendere quali saranno i settori maggiormente a rischio.
L’intero comparto delle auto rischia una drastica riduzione nei numeri del parco macchine in circolazione, l’introduzione delle auto elettriche appare una soluzione valida per un numero limitato di vetture che potranno essere utilizzate solo parzialmente rispetto agli utilizzi attuali.
Le speranze in un progresso tecnologico tale da rendere le batterie elettriche performanti al pari dei carburanti per le auto attuali appaiono come una chimera difficile da realizzare se si tiene in considerazione le difficoltà già incontrate, risolte solo in parte, per rendere performanti dispositivi infinitamente più piccoli come gli smartphone o gli stessi computer portatili.
Una drastica riduzione del comparto auto renderebbero oltretutto di difficile previsione le conseguenze stesse che questo comporterebbe in quanto l’eliminazione della mobilità privata porterebbe a risvolti economici e sociali strutturali che finirebbero per coinvolgere molti altri settori collegati alla mobilità autonoma da parte delle persone.